Il bacino del mediterraneo: un hotspot di biodiversità 2

Per meglio valutare le priorità di conservazione Medail e Quezel hanno proposto i seguenti 10 hotspot:

  1. Isole Canarie e Madeira
  2. Monti dell'Atlante
  3. Complesso Betico
  4. Grecia centro-meridionale
  5. Creta
  6. Anatolia e Cipro
  7. L'area Siria-Libano-Israele
  8. L'area mediterranea Cirenaica
  9. Alpi Liguri-Marittime
  10. Isole Tirreniche

Questi hotspots coprono una piccola (10000 kmq) o media (più di 130000 kmq per l'Anatolia) superficie dove la ricchezza in specie di piante è maggiore a 2000 specie ogni 15000 kmq e dove il 10% delle specie è costituito da endemismi ad areale limitato.

Essi rappresentano circa il 22% della superficie totale del bacino mediterraneo includendo circa 5500 endemismi stretti (esclusivi degli hotspots o presenti nella stessa area biogeografica circostante gli hotspots e non per l'intero bacino, per esempio il totale degli endemismi in quest'area sarebbe del 44%).

Esistono due principali centri di biodiversità: uno ad ovest, comprendente la Penisola Iberica e il Marocco e uno ad est, comprendente parte della Turchia e della Grecia. La particolare natura delle Isole Canarie e Madeira (percentuale di endemismi rispettivamente di 38 e 26%),insieme alla loro elevata unicità tassonomica, deve porre l'interesse su queste isole che stanno sperimentando negli ultimi anni una decisa regressione degli habitats.

La regione mediterranea costituisce contemporaneamente sia un area rifugio sia un area in cui sono favoriti gli scambi vegetazionali e la speciazione attiva.

Nei bacini occidentali, le aree con molti endemismi sono collegate all'età della piattaforma geologica, qui prevalgono gli endemismi relitti, mentre ad oriente sono più frequenti gli endemismi per vicarianza grazie al ruolo moderato delle glaciazioni e alla presenza di rocce ultrafemiche.

Tra il nord e il sud l'uomo ha creato due differenti situazioni. Il collasso dei sistemi agro-silvo-pastorali dei secoli passati ha portato a molti cambiamenti nella struttura delle comunità vegetali e all'estensione di foreste dominate da specie competitive. Queste dinamiche hanno creato una omogenizzazione delle comunità floristiche e faunistiche e a una perdita di biodiversità .

La parte meridionale della regione mediterranea (in particolare il Nord Africa) è soggetto ai severi effetti dovuti al costante aumento della popolazione umana, che ha completamente distrutto i suoli e a causato grave erosione e poca capacità di rigenerazione.

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