Minacce alla biodiversità Italiana

Il ruolo dell'uomo nel determinare la composizione della flora e della fauna non è stato trascurabile, soprattutto negli ultimi venti secoli. All'uomo si devono sostanziali trasformazioni dell'ambiente, come la sensibile riduzione della copertura boschiva e degli ambienti palustri e il notevole incremento delle steppe antropiche (colture e pascoli). L'uomo, inoltre, ha influito sulla composizione della flora e della fauna determinando - volontariamente o involontariamente - l'introduzione di nuove specie.

Sulla terraferma

Estensione habitat umano

Infrastrutture, abitazioni, vie di comunicazione, possono fungere sia da barriere che limitano la naturale dispersione degli individui di una popolazione, sia da nuovi sbocchi per l'ingresso di specie aliene in un habitat isolato(con effetti devastanti). Inutile ricordare la pericolosità dei veicoli per l'incolumità degli animali: si stima che in Europa, ogni anno e per ogni Km di strada extraurbana,vengano uccisi in media 12 mammiferi, 14 uccelli, un rettile, 30 anfibi.

Attività venatoria

L'elevato numero di cacciatori italiani (oltre 700.000), la pratica venatoria su specie migratrici di cui si ignorano le zone di nidificazione, di svernamento e la consistenza delle popolazioni, la scarsa conoscenza della fauna e l’abbattimento frequente anche di specie non cacciabili(il 50 % dei rapaci feriti o uccisi in Italia è vittima dei cacciatori), sono aspetti che rendono la caccia non compatibile con la tutela della biodiversità. A tutto ciò si aggiunge il fenomeno del bracconaggio, non quantificabile con esattezza e per questo ancor più preoccupante. Occorre però sottolineare la crescente collaborazione tra Enti venatorie e Enti ambientali per la regolazione della caccia con fini di sostenibilità e di aiuto nel monitoraggio delle popolazioni faunistiche.

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Agricoltura intensiva

L'agricoltura intensiva, sia in passato che nel presente, rappresenta una costante minaccia alla biodiversità. Oltre al sacrificio di zone umide attraverso la bonificazione, non si possono non ricordare i 2 milioni di tonnellate di fertilizzanti utilizzati ogni anno nel nostro Paese, la cui gran parte si riversa poi nei fiumi, nelle falde, nei laghi e in mare, causando eutrofizzazione e quindi perdita di biodiversità. A volte, il tipo di pratica agricola e le varietà coltivate possono ulteriormente modificare il paesaggio, negativamente.

Captazione delle acque di falda

L'abbassamento del livello delle acque di falda dovuto alla captazione civile,agricola e industriale provoca il disseccamento e la scomparsa di zone umide, come le pozze temporanee, importanti contenitori di specie particolari e, soprattutto, fragili.

In mare:

Sversamenti di inquinanti civili e industriali

Le strutture antropiche presenti in prossimità di fiumi, laghi e mari, non raramente riversano i residui e le acque di dilavamento degli impianti direttamente nei bacini, causando eutrofizzazione o danni diretti alle specie ittiche, spesso molto sensibili, degli ambienti acquatici.

In tutti gli ecosistemi:

Introduzione specie alloctone

Per quanto riguarda la flora, soprattutto nelle aree metropolitane, le specie non originarie del luogo di provenienza costituiscono un'importante (anche 20%) componente del patrimonio floristico. La sostituzione, la marginalizzazione, la competizione con le specie autoctone sono pericoli per la diversità vegetale del nostro territorio. Un'importante caso di specie invasiva è la Robinia pseudacacia ,pianta nordamericana impiantata, soprattutto in Padania, nel 1600. La fauna italiana presenti vari elementi alloctoni, che hanno impatto significativo sia sugli ecosistemi animali che su quelli vegetali. Molte specie ittiche esotiche si sono imposte sulle specie residenti, riducendo il loro habitat e competendo successo nell'approvvigionamento delle risorse. E' comune incontrare nutrie (Myocastor coypus )in vicinanza di fossati o canali: questi roditori americani erano utilizzati nell'industria tessile ma, a causa del fallimento di molte pelliccerie, un numero elevato di individui fu liberato (per evitare i costi di abbattimento) e si formarono popolazioni incontrollate in tutta Italia.

Inquinamento chimico

Elementi tossici o radioattivi, metalli pesanti, DDT, PCB, nitrati, solfati, CFC e altri prodotti dell'attività umana provocano danni spesso irreversibili agli ecosistemi.