Mesozoico

L'era mesozoica, conosciuta anche come secondaria o dei rettili, è caratterizzata da una riduzione dell’ attività orogenetica in contrasto con una prevalenza dei fenomeni di espansione degli oceani. Per quanto riguarda la Paleogeografia avremo che i movimenti delle placche che avevano portato alla formazione del supercontinente Pangea saranno gli stessi che ne provocheranno la disgregazione. Si può ora parlare di deriva dei continenti: tutto inizia con due grandi fratture crostali per le quali il Nord America si divide dall’Africa. Iniziano a separarsi Sud America e Africa e nasce l’oceano Atlantico meridionale, l’India prosegue il suo movimento come conseguenza del progressivo espandersi dell’oceano Indiano che insieme a quello Atlantico sono in piena maturità; la Panthalassa è ormai ridotta in ampiezza e si avvia ad essere il futuro oceano Pacifico.

Gli organismi viventi sopravvissuti alla grande crisi biologica che segnò la fine del Paleozoico iniziarono a diversificarsi e a occupare le nicchie ecologiche rimaste vuote. Scomparse la grandi foreste paleozoiche ricche di piante vascolari si diffondono le gimnosperme tra cui troviamo ancora le conifere con imponenti alberi ad alto fusto. Verso la metà dell’era, più precisamente durante il Cretaceo, compaiono però le angiosperme, con una nuova grande invenzione della natura: il seme. Grazie alla sua presenza e con i fiori che facilitano la fecondazione, sarà possibile una grande diffusione, prima della fine del Mesozoico, di queste nuove piante su tutto il pianeta.

L’era mesozoica è divisa in tre grandi periodi:

  1. Triassico , 248-199 milioni di anni fa
  2. Giurassico , 199-145 milioni di anni fa
  3. Cretaceo , 145-65 milioni di anni fa

Triassico

Nel Triassico la fauna continentale vede la comparsa dei progenitori dei grandi rettili dominatori incontrastati del Mesozoico: i dinosauri. Comparsi verso la fine del permiano i rettili diapsidi del superordine Arcosauri erano inizialmente molto piccoli, ma successivamente sono stati in grado di esplodere in una varietà di forme, dimensioni e colori mai apparsa prima per i rettili, nella storia naturale della vita della Terra. Dagli arcosauri avranno origine i tecodonti, considerati la forma più primitiva e divisa in 4 sottordini: proterosuchi, fitosauri (grandi animali acquatici simili ai coccodrilli tra cui ricordiamo il Postosuchus kirkpatricki ), pseudosuchi e aetosauri (grandi erbivori corazzati).

Oltre ai tecodonti vedremo lo sviluppo di saurischi ed ornitischi, i due grandi ordini in cui sono divisi i dinosauri e che avranno la loro massima esplosione durante il Giurassico.

Nei mari compaiono i primi rettili marini come gli Ittiosauri predatori, tra l'altro, di ammoniti, cefalopodi di cui si assiste ad un nuovo grande sviluppo. Infatti le comunità di piattaforma carbonatica, scomparse con la grande crisi biologica alla fine del Permiano, riprendono a fiorire con il Triassico Medio. Compaiono nello stesso periodo gli esacoralli (Scleractinia), e le comunità a bivalvi conoscono una nuova espansione con forme sia di mare basso (i Megalodonti, strettamente legati all'ambiente di piattaforma carbonatica) che pelagiche (forme a conchiglia sottile, forse planctoniche, come Monotis ).

Verso la fine del Triassico, circa 213-208 milioni di anni fa, una nuova crisi biologica forse correlata con variazioni climatiche a seguito della progressiva frammentazione del supercontinente Pangea e dell'aumento dell'attività vulcanica, portò all'estinzione moltissime specie viventi, di antichi rettili e anfibi, nonché di dinosauri: solo quelli che meglio si adattarono all'ambiente e al clima riuscirono a sopravvivere.

Giurassico

Il Giurassico costituisce il periodo mediano dell'era mesozoica, conosciuto anche come l'Era dei Dinosauri. L'inizio del periodo è marcato dalla grande estinzione del periodo Triassico-Giurassico.

Nei mari le più alte forme di vita erano pesci e rettili marini. Questi ultimi includevano ittiosauri, plesiosauri e coccodrilli marini, delle famiglie delle Teleosauridae e Metriorhynchidae; tra gli invertebrati troviamo ancora foraminiferi planctonici, brachiopodi, tra i cefalopodi compaiono le belemniti e tra i bivalvi le rudiste.

Sulla terraferma si ha il dominio dei grandi Saurischi (bacino da rettile) che hanno un bacino costituito dal pube rivolto in avanti e dall'ischio rivolto all’indietro:

  • i Teropodi , carnivori bipedi a cui appartengono i carnosauri, i celurosauri (divisi a loro volta in Maniraptora e Ornitomimidi) e i ceratosauri. Si ergevano sulle zampe posteriori ed in grado di effettuare movimenti rapidi e scattanti. Gli arti anteriori, molto corti erano dotati di artigli acuminati, con i quali afferravano e trattenevano le prede di cui si nutrivano. Tra questi ricordiamo Allosaurus fragilis , Velociraptor mongoliensis , Oviraptor philoceratops e Gallimimus .

  • i Sauropodi , considerati i giganti buoni dell'Era dei Dinosauri. Decine di tonnellate di peso distribuite in corpi lunghi decine di metri. I primi Sauropodi, in realtà, non erano così giganteschi, 10 metri di lunghezza ed un peso di 2 - 3 tonnellate. Le condizioni ambientali e la ricca vegetazione ne favorì la crescita e lo sviluppo fino a raggiungere i record della più grande creatura di cui per ora si ha conoscenza. Tra questi i più famosi sono Diplodocus carnegiei , Apatosaurus e Brachiosaurus .

Molto importanti anche gli Ornitischi, caratterizzati dall’avere il bacino da uccello, che osservandolo di lato appare tetraradiato, con il pube spostato indietro parallelamente all'ischio. Si evolsero successivamente ai Saurischi e raggiunsero il massimo sviluppo durante il periodo Cretaceo. Questi si dividono in Ornitopodi, Marginocefali e Tireofori tra cui possiamo ricordare gli Adrosauridi meglio conosciuti come “dinosauri dal becco d’anatra” proprio a causa della buffa conformazione del loro muso la quale ricorda appunto quella di un anatide. Inoltre molte specie avevano, più o meno sviluppate sulla testa, delle bizzarre strutture simili a creste di diversa forma, sulla cui funzione si è dibattuto a lungo. Le ultime ricerche hanno dimostrato che le creste erano associate alla produzione di suoni e funzionavano come delle vere casse di risonanza.

Cretaceo

Il Cretaceo, o Cretacico, così chiamato per i caratteristici depositi di calcare bianco e terroso, comunemente chiamato creta, corrisponde al terzo e ultimo periodo dell'era mesozoica. Con i suoi 80 80 milioni di anni, è il più lungo periodo dell'eone Fanerozoico, ed anche più lungo dell'intera era del Cenozoico, che include il periodo in cui viviamo attualmente.

Il Cretaceo caratterizza il concludersi della vita del Mesozoico e la comparsa di animali e piante destinati in seguito ad imporre la propria supremazia nell'ambito della terraferma.

Per quanto riguarda il mondo vegetale, apparvero per la prima volta molti alberi a noi familiari ed arbusti attuali tra cui pioppi, magnolie, querce, aceri, faggi, agrifogli, edere, allori; mentre la diffusione delle piante con fiori provocò effetti notevoli anche nei confronti della vita animale dato che rappresentavano nuove fonti di nutrimento per mammiferi, uccelli, rettili ed insetti.

I caratteri paleontologici del Cretaceo sono molto importanti, primi fra tutti i vertebrati raggiunsero una posizione di predominio mai vista, specialmente sulle terre emerse; i rettili raggiunsero il loro apogeo, realizzando forme tra le più gigantesche che mai siano vissute sulla faccia della Terra e raggiungendo il massimo grado di specializzazione. Tra le specie più famose si ricorda Parasaurolophus , Pachycephalosaurus wyomingensis , Triceratops horridus , Styracosaurus albertensis o il ben noto Tyrannosaurus rex .

Anche i grandi rettili volanti si erano quasi tutti estinti ad eccezione di Pteranodon , che poteva raggiungere gli 8 m di apertura alare, e del gigantesco Quetzalcoatlus northropi , un "caccia bombardiere" del passato con un’apertura alare di 10 m specializzato nella cattura di pesce.

Sempre da rettili, in questo periodo si diffusero gli uccelli originatisi dai dinosauri durante il Giurassico, tra cui i più noti sono Ichthyornis dispar ed Hesperornis , i cheloni giganti e i primi anfibi urodeli.

Per quanto riguarda i rettili marini esclusivi del Cretaceo sono i Mososuridi, rettili acquatici di grandi dimensioni dotati di caratteristiche ben adatte al nuoto: le zampe erano trasformate in pinne e la coda era lunga e appiattita lateralmente, il cranio triangolare era particolarmente robusto. Tra questi sicuramente il più noto è Mosasaurus hoffmanni che raggiungeva anche i 18 m di lunghezza. Invece gli Ittiosauri, caratteristici del Giurassico e la cui forma ricorda quella degli odierni delfini, erano in via di estinzione.

Il Cretaceo è anche il periodo in cui cominciano ad aver maggior rilievo sullo scenario evolutivo i mammiferi, i quali, già comparsi nel triassico e rappresentati da marsupiali simili all'attuale opossum e da alcuni insettivori progenitori dei toporagni, rimasero limitati a poche forme attraverso tutto il Mesozoico, ma sopravvissero al cataclisma che colpì il mondo biologico alla fine del Cretaceo, per poter esplodere nell’Era Terziaria e dar vita a quella ricca e variegata biodiversità che ancor oggi è possibile ammirare sul nostro pianeta. Questo anche grazie alle nuove “invenzioni” sviluppate dalla natura: riuscir a mantenere a temperatura costante il sangue e lo sviluppo completo dell'embrione all'interno del corpo della madre fino al momento del parto. A seguito dell'estinzione di massa di 65 Maf si estinsero i dinosauri, i rettili marini e volanti portando così fine ad uno dei periodi sicuramente più affascinanti del nostro pianeta in quanto a biodiversità.