La Biodiversità come Processo Evolutivo

L'evoluzione è il meccanismo che da oltre 3 miliardi di anni ha permesso alla vita di adattarsi al variare delle condizioni sulla Terra e che deve assolutamente continuare ad operare perchè il nostro Pianeta ospiti ancora forme di vita in futuro. Perchè l'evoluzione possa operare è necessaria una grandissima varietà di forme viventi, ovvero di una grande biodiversità. La biodiversità determina la capacità degli esseri viventi di adattarsi e resistere al cambiamento. Senza un adeguato livello di diversità biologica fenomeni quali il cambiamento climatico e le infestazioni parassitarie avrebbero quasi certamente effetti catastrofici. La biodiversità è quindi la varietà di specie vegetali in un dato ambiente, come risultato dei processi evolutivi, e nel contempo è il serbatoio da cui attinge l'evoluzione per attuare tutte quelle piccole modificazioni genetiche e morfologiche che in tempi sufficientemente lunghi originano nuove specie viventi. La biodiversità è contemporaneamente causa ed effetto della biodiversità stessa. Per una sua maggiore comprensione è utile analizzarla secondo i suoi livelli di organizzazione:

  • diversità genetica: dovuta alle diverse forme di ciascun gene presente nel Dna degli individui;

  • diversità degli organismi: espressa dalle variazioni di comportamento, morfologia e fisiologia di ogni individuo;

  • diversità delle popolazioni: indicata dalle variazioni delle caratteristiche quantitative e spaziali delle popolazioni animali e dei popolamenti vegetali;

  • diversità specifica: la variabilità di forme viventi riconoscibile come specie distinte grazie alla loro capacità di essere interfeconde;

  • diversità delle comunità: legata alle variazioni in termini di struttura e composizione delle relazioni ecologiche tra organismi, popolazioni e specie che condividono un ambiente;

  • diversità degli ecosistemi: determinata dalla variabilità dell'interdipendenza fra comunità di viventi e le condizioni abiotiche dell'ambiente;

  • diversità tra contesti ecologici terrestri e acquatici: la diversità degli ecosistemi di queste due tipologie ambientali;

  • diversità biogeografica: determinata dalla variabilità della storia evolutiva delle forme viventi di una regione in relazione alla storia geologica, geografica, climatica della regione stessa.

Un'ulteriore parte rilevante riguarda la diversità culturale, osservabile in particolar modo nella specie umana, ma non solamente, e legata alle modalità d'interazione tra individui umani, con le altre specie viventi e con gli habitat. Fino ad oggi sono state descritte quasi 2 milioni di specie ma in realtà s'ipotizza che ne possano esistere oltre 12 milioni, visto che certamente moltissime specie aspettano ancora di essere scoperte. L'evoluzione può essere considerata a 2 diverse scale:

  • microevoluzione: il processo di adattamento delle singole popolazioni alle pressioni selettive vigenti nel proprio ambiente, che si manifesta col verificarsi di cambiamenti nelle frequenze alleliche in una popolazione;

  • macroevoluzione: l'origine di nuove specie e la suddivisione degli organismi in livelli gerarchici superiori a quello di specie, così come all'origine e all'evoluzione di strutture estremamente complesse, come l'occhio dei vertebrati, o di novità evolutive, come le ali degli uccelli.

Un'importante differenza tra i 2 tipi di evoluzione è la reversibilità del processo microevolutivo.