Convenzioni e Trattati sulla Biodiversità
La biodiversità agricola è fondamentale per la vita dell’uomo, poiché fornisce cibo e altri materiali, come ad esempio cotone per i vestiti, legno per le costruzioni e piante e radici per le medicine. L’agricoltura svolge anche un’azione importante per l’ecosistema poiché favorisce la conservazione del suolo e dell’acqua, ma allo stesso tempo è anche uno dei motivi principali di perdita di biodiversità che, negli ultimi decenni è aumentata a ritmo allarmante. Sono stati quindi necessari interventi, a livello internazionale, per cercare di frenare questa perdita. Sono tre le convenzioni principale che si occupano di questo problema.
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Convenzione sulla diversità biologica (Rio de Janeiro, 1992)
Questa convenzione ha una visione onnicomprensiva del problema, in quanto i suoi obiettivi si applicano praticamente a tutti gli organismi viventi della terra, sia selvatici che selezionati dall’uomo. I 3 obiettivi primari della convenzione sono: - conservazione della diversità biologica (con riferimento ai diversi tipi di conservazione in situ ed ex situ) - uso sostenibile delle componenti della diversità biologica - equa divisione dei benefici dell’utilizzo delle risorse genetiche.
Inoltre è stato fissato un quarto obiettivo (obiettivi 2010): un’efficace e coerente attuazione dei tre obiettivi della Convenzione per raggiungere, entro il 2010, una riduzione significativa dell’attuale tasso di perdita di biodiversità a livello globale, nazionale e regionale. L’organismo principale della convenzione è la Conferenza delle Parti (COP), cioè l’assemblea generale di tutti i paesi firmatari che, attraverso riunioni biennali, crea e realizza i progetti di lavoro della Convenzione. Importanti decisioni a livello di biodiversità agricola sono state prese dalla COP 5 .
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Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza
Questo protocollo si rifà direttamente alla Convenzione sulla Diversità biologica (CBD). Nel testo si riconosce la necessità di indagare a fondo i potenziali rischi associati agli organismi geneticamente modificati (OGM), al fine di garantire un elevato livello di protezione con particolare riferimento alla diversità biologica. L’obiettivo del protocollo è quindi di contribuire ad assicurare un adeguato livello di protezione nei settori del trasferimento, della manipolazione e dell’utilizzazione degli organismi viventi modificati, al fine di prevenire gli effetti negativi sulla conservazione e sull’uso sostenibile della diversità biologica, considerando anche i rischi per la salute umana. Particolare attenzione è focalizzata sul trasporto degli OGM. Ad esempio il paese esportatore deve informare il paese importatore dell’intenzione di trasferire uno o più specifici OGM. L’importatore può effettuare analisi scientifiche per valutare il rischio che comporterebbe l’importazione di ciascun OGM e, sulla base di prove scientifiche, può anche rifiutarne l’importazione.
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Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (2004)
Il Trattato, sviluppato dalla commissione per le risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura della FAO, ha come obiettivo principale quello di garantire la sicurezza alimentare attraverso la conservazione, scambio e uso sostenibile delle risorse fitogenetiche mondiali. Uno dei meccanismi principali del trattato è la condivisione dei vantaggi di utilizzare risorse fitogenetiche attraverso lo scambio di informazioni, accesso e trasferimento di tecnologie e la creazione di competenze, riconoscendo agli agricoltori la possibilità di essere coinvolti direttamente in discussioni politiche e nella presa di decisioni.
