Pesticidi e Biodiversità

Influenze negative dell'uso di pesticidi sulla biodiversità animale e vegetale

L’intensificazione delle pratiche agricole dal secondo dopo guerra in poi ha portato ad un aumento nell’uso di pesticidi chimici, termine con il quale si intendono un vasto e diversificato gruppo di sostanze che esplicano diverse azioni: insetticidi, fungicidi, erbicidi, ratticidi, larvicidi, repellenti, disinfettanti. L’uso di tali sostanze per migliorare la resa dei raccolti e limitare quindi i danni alle colture, ha però numerose ricadute negative sull’ambiente agricolo e naturale.

Una di queste è sicuramente la perdita di biodiversità . I pesticidi uccidono insetti, funghi e piante e si accumulano nella catena alimentare andando ad incidere sulla sopravvivenza di numerose specie di uccelli, anfibi, rettili, mammiferi e pesci che si cibano di organismi contaminati. Inoltre la scomparsa o la diminuzione di determinate specie significa la perdita di un gradino della catena alimentare che influisce negativamente sul gradino successivo. Ad esempio la scomparsa di molti insetti dovuta all’uso eccessivo di pesticidi ha portato alla riduzione di un gran numero di uccelli come passeri e rondini, frequentatori degli ambienti di campagna, che di tali insetti si cibano.

Nello stesso tempo i pesticidi hanno anche colpito insetti utili per l'uomo ; la scomparsa di quelli che si nutrivano di larve di zanzara ha influito negativamente sulla diffusione della malaria, che è riapparsa in popolazioni che l'Organizzazione Mondiale per la Sanità aveva ormai dichiarato fuori pericolo (www.minerva.unito.it)

Gravi conseguenze si hanno anche su insetti impollinatori come le api . Il tasso di mortalità di questi insetti è ultimamente molto superiore al tasso naturale di mortalità e tra le cause di ciò c’è proprio l’uso di insetticidi. Ciò appare come un controsenso, essendo le api organismi estremamente utili per la stessa agricoltura che ne è causa del declino, in quanto ben l’80% delle specie vegetali si riproduce grazie agli insetti impollinatori. Nel Sichuan, regione della Cina centro-occidentale, gli agricoltori sono costretti a fertilizzare a mano i fiori dei loro peri, dato che l’uso incontrollato di pesticidi ha sterminato le api della regione (www.terranauta.it) . Ciò è a sua volta causa di perdita di biodiversità perché le api viaggiando per chilometri, trasportano lontano i pollini, promuovendo l’ibridazione tra piante diverse.

L’uso di pesticidi ha, inoltre, conseguenze sulle popolazioni umane . Il dossier di Legambiente, “Pesticidi nel Piatto” del 2009, rende noto che il 43,9% della frutta presente sulle nostre tavole è contaminata con residui di uno o più pesticidi e il 2,3% di questa presenta addirittura quantità di residui che superano il limite consentito dalla legge.
Oltre a ciò i pesticidi contaminano il suolo e l’acqua : ci sono molti esempi di intere comunità che soffrono di avvelenamento cronico da pesticidi essendo che i residui di alcuni composti chimici, anche quando usati correttamente, rimangono nell’ambiente per anni.

La perdita di biodiversità ha portato ad un aumento delle specie infestanti , non avendo più queste ne competitori ne predatori. Ciò significa un aumento nell'uso di pesticidi che porta ad un'ulteriore perdita di biodiversità in un circolo vizioso che se non fermato in fretta porterebbe a conseguenze molto pesanti, non solo per l'ambiente ma anche per l'uomo. Inoltre spesso l'uso dei pesticidi diventa inefficace perché i parassiti riorganizzando i loro sistemi di difesa diventano resistenti al prodotto chimico.

Il massiccio uso di pesticidi ha inoltre pesanti conseguenze anche a livello economico. Innanzitutto l’aumento della resistenza dei parassiti ai pesticidi porta ad un incremento delle dosi di questi che devono essere somministrate e alla continua ricerca di nuovi prodotti con un aumento dei costi per gli agricoltori e, di conseguenza, per i consumatori. Nel conto vanno anche considerati i costi dovuti ai casi di intossicazione acuta, alle manifestazioni patologiche croniche nell'uomo e alle malformazioni dovute all'effetto mutageno di molti pesticidi nelle aree ad agricoltura intensiva. Oltre, ovviamente ai costi provocati dalla ridotta impollinazione delle piante: quasi il 10% della produzione agricola mondiale dipende da questo servizio ecologico svolto da api ed altri insetti. Il suo valore monetario è stimato a 153 miliardi di euro (www.terranauta.it) .

Per evitare il l’uso di pesticidi le alternative possibili per gli agricoltori sono essenzialmente la lotta biologica e la lotta integrata. La lotta biologica sfrutta i rapporti di predazione e competizione già esistenti tra gli organismi viventi, allo scopo di contenere le popolazioni degli organismi dannosi (ad esempio l’uso di coccinelle per la lotta gli afidi delle piante). La lotta integrata , oltre a ciò, prevede anche l’applicazione di numerosi accorgimenti, quali l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti, l’uso della rotazione delle colture, l’attenzione e l'eliminazione di piante infette, la lotta agli insetti dannosi tramite tecnica del maschio sterile o la diffusione di feromoni di confusione sessuale e consente l’utilizzo di pesticidi non tossici per l’uomo e per gli insetti utili (pesticidi selettivi) e facilmente denaturabili dall’ambiente. Questo approccio è prevalentemente usato nella lotta contro gli insetti, ma si può estendere nella lotte contro tutti gli organismi dannosi (funghi, roditori..). Il suo obiettivo è quello di mantenere l'organismo dannoso entro una soglia nella quale non crea danno economico, senza eradicarlo. L’adozione di questo tipo di agricoltura ha migliorato la coltivazione del riso in tutta l’Asia. I raccolti sono aumentati e l’uso dei pesticidi è diminuito. In Indonesia, la lotta naturale contro gli insetti nocivi ha sostituito l’uso dei pesticidi per un equivalente di oltre 100 milioni di dollari l’anno mentre il raccolto di riso è aumentato di circa il 20 per cento. Negli ultimi 20 anni, più di 50 paesi hanno inserito nelle loro politiche agricole nazionali forme di controllo naturale degli insetti nocivi (www.fao.org) .