Estinzione del tardo Cretaceo
Estinzione del tardo Cretaceo 65 Maf
Il limite tra l'era mesozoica e quella cenozoica, meglio conosciuto come limite Cretacico-Terziario, coincide con una delle estinzioni di massa più spettacolari della storia del nostro Pianeta: 65 milioni di anni fa circa il 75-80% delle forme di vita sulla Terra scomparve.
Il carattere spettacolare di questa estinzione di massa è dovuto alla natura di alcune delle sue vittime: i dinosauri.
Nel Cretacico le famiglie dei viventi erano 1260 e solo tra i dinosauri le specie catalogate sono circa 800. Da un punto di vista biologico, la fine del Cretacico non vede però solo la scomparsa di tutti i dinosauri ma anche quella di numerosi altri gruppi di organismi che avevano avuto un ruolo importante negli ecosistemi mesozoici. Si tratta, in particolare, delle ammoniti e delle belemniti (due gruppi importanti di cefalopodi), dei grandi rettili marini come i plesiosauri e i mosasauri, dei lamellibranchi, del gruppo delle rudiste che formavano barriere nei mari del Cretacico e degli pterosauri, rettili volanti che esistevano dal Triassico. Altri gruppi, senza scomparire del tutto, furono decimati: il plancton marino (ad eccezione delle dinoflagellate e delle diatomee) subì una riduzione notevole della sua diversità. La crisi biologica della fine del Cretacico segnò veramente la fine di un mondo.
Uno dei caratteri più vistosi di questa estinzione è la sua selettività: non tutti gruppi sono stati infatti colpiti con uguale intensità.
Tra i vertebrati, se scomparvero i dinosauri, la maggior parte degli altri rettili sopravvisse senza estinzioni di grande rilevanza (coccodrilli, tartarughe,lucertole e serpenti).
Gli uccelli superarono senza perdite apprezzabili il difficile momento, anzi secondo alcuni studiosi sono ritenuti diretti discendenti dei dinosauri.
Scomparvero varie famiglie di bivalvi, ma i brachiopodi subirono poche perdite. In generale, le comunità animali che abitavano le acque dolci furono poco colpite.
Per quanto riguarda i mammiferi, si osservano estinzioni importanti tra i marsupiali, ma non tra i placentati.
Come si può spiegare ciò?
L’ipotesi più accreditata è quella in cui risulta evidente che alcuni taxa vengono colpiti più di altri e la causa potrebbe risiedere nei già alti tassi di estinzione di fondo di determinati gruppi. Infatti in base ad alcuni studi effettuati dall’Università di Chicago e della California, e pubblicati su Science, si evidenzia come la vulnerabilità di una specie nei confronti dell’estinzione dipende in gran parte dalle caratteristiche della famiglia e che determinati taxa siano quindi geneticamente più vulnerabili all’estinzione rispetto ad altri.